Locandina

Recensione di Gioconda Marinelli

di Gioconda Marinelli

Che bella idea trasportare lo strepitoso successo del best seller Io speriamo che me la cavo nel mondo della commedia musicale! Ne è felice l’autore Marcello D’Orta che finalmente dopo diciassette anni, vede una produzione e un allestimento tutti napoletani, dall’adattamento di Ciro Villano, al protagonista Maurizio Casagrande, agli attori, alla regia di Domenico M.Corrado e alle musiche di Enzo Gragnianiello.
Un testo messo in scena finora in Francia, un po’ ovunque in Europa, mai in versione musicale; una diversa riduzione presentata negli anni novanta al Parioli di Roma con la sceneggiatura firmata da Maurizio Costanzo e D’Orta, la regia affidata a Ugo Gregoretti e il ruolo del maestro a Ferruccio Amendola. Inoltre, chi non ricorda il film di Lina Wertmuller e la bravura di Paolo Villaggio. Ne hanno fatto di strada i temi dei bambini di Arzano e continuano a fare clamore in questo simpatico e gustoso allestimento al Teatro Delle Palme di Napoli che vede protagonisti cinque scatenati bambini, spontanei e teneri: Erminia Franzese (Chantal), Valeria Angione (Jessica), Gian Mario Capasso (Eugenio), Giovanni Santonastaso (Peppino), Antonio De Francesco (Ciro) e uno straordinario Maurizio Casagrande, apprezzato nel cinema e a teatro con Vincenzo Salemme, e da ultimo come integerrimo maresciallo nella fiction Carabinieri su Canale 5. Casagrande, figlio di Antonio, attore eduardiano di tradizione, è una continua rivelazione, riesce a trasmettere emozioni con grande semplicità e trasporto, suscitando risate continue, mai con volgarità, ma con misura e pudore; interpreta il maestro e allo stesso tempo appare come un bambino ingenuo, colmo di meraviglia, stupito e amareggiato di fronte alla realtà, ben diversa da quella che immagina.
E’ proprio lui, Marcello Aprile, figlio del cartonaio, il ragazzino autore del tema che termina con Io speriamo che … me la cavo. E ce l’ha fatta perché dal Nord, dopo tanti anni, torna al suo paese (Corzano, in questo caso), nella stessa scuola “G.Garibaldi”, da insegnante. E’ molto cambiato, aiuta Ciro, il bambino più indifeso destinato a spacciare droga, trasmette i suoi ideali agli alunni e li sprona a partecipare a un concorso teatrale e non a caso, sceglie un testo di Raffaele Viviani, L’ultimo scugnizzo, modello di riscatto morale e sociale. Completano la Compagnia: Lucio Pierri (il cugino Saverio), Enzo Varone (il maresciallo), Ciro Zangaro (il papà violento di Ciro), Salvatore D’Onofrio (il camorrista), Anna Ferrigno, la bidella Flora, indovinata nel suo ruolo, le vivaci, anche un po’ più del dovuto, con qualche urlo di troppo, madri degli alunni: Pina Giarmanà, Floriana De Martino, Ornella Varchetta; la cantante e attrice Fiorenza Calogero (madre di Ciro e primo amore del piccolo Marcello) si distingue nella bella interpretazione eseguita con Maurizio Casagrande, di Cu’ mme’, splendida canzone di Gragnaniello, che ci riporta alle voci indimenticabili di Roberto Murolo e Mia Martini.


Le musiche e le altre canzoni del cantautore sono inedite,s i riconoscono per lo stile proprio, senza riferimenti o etichette, per la profondità del significato e si susseguono come in una processione che va dal riso al pianto. Enzo Gragnianiello è tra gli scugnizzi che ce l’hanno fatta ad arrivare, proprio per questo il testo gli appartiene, lo sente suo e si esprime con le note e i suoni più toccanti donando un’anima semplice e parole che ormai si sono perse, allo spettacolo. Originali le scene colorate e disegnate come in un album di bambini che si materializzano anche su uno schermo che fa le veci di una lavagna gigante. Ben adatti lo sviluppo scenico di Gilda Cerullo, i costumi di Teresa Acone e le luci di Alberto Trabucco.
Rumba degli scugnizzi nel finale, sempre di grande effetto, pubblico entusiasta, bambini in sala partecipi ed eccitati.

Segnala la pagina



Copyright © 2024 Luca Corrado Produzioni S.r.l.s. | P.IVA 06007740654 | Designed by Kreisa