Il Purgatorio di Dante al Lazzaretto


Il Purgatorio di Dante nel Lazzareto dell'Ospedale della Pace

"Per correr miglior acque alza le vele

ormai la navicella del mio ingegno,

che lascia dietro a sé mar sì crudele"

Usciti dall'Inferno, attraverso la natural burella, il nostro Dante prosegue il viaggio nella terra “di mezzo”, una montagna creata con la terra utilizzata per scavare il baratro dell’Inferno.  Nei vari ambienti si dipana il racconto della Divina Cantica: dall’incontro con Catone Uticense, guardiano del Purgatorio, si giunge all’Antipurgatorio dove una prima schiera di pigri e negligenti, tra cui Manfredi I di Svevia e Pia De Tolomei, attende il tempo di purificazione necessario a permettere loro di accedere al Purgatorio vero e proprio. Poi Dante giunge nella Valletta dei Principi dove sostano le anime di coloro che, presi dalla gloria, tardarono troppo a pentirsi. Qui incontra tra le anime il suo amico, compositore e cantore, Casella che lo riconosce.

Finalmente il Purgatorio, diviso in sette cornici concentriche, in cui le anime scontano i loro peccati per purificarsi prima di accedere al Paradiso e scontano una pena pari ai peccati commessi durante la vita. Nelle diverse cornici si incontrano i vari personaggi come Omberto degli Aldobrandeschi tra i superbi, il papa Adriano V e il poeta Publio Papinio Stazio tra gli avari, Forese Donati nella cornice dei golosi, Sapia Senese tra gli invidiosi. Si arriva nel Paradiso terrestre dove Dante incontra Matelda che gli spiega le funzioni dei fiumi Leté ed Eunoé. Infine, tra le anime che hanno compiuto la loro espiazione e sono nel Paradiso terrestre, si manifesta Beatrice accompagnata da tre ballerine che rappresentano le tre virtù teologali: fede, speranza e carità le quali, danzando, pregano Beatrice perché sia generosa verso chi come Dante ha sofferto tanto per arrivare a lei, e gli mostri senza alcun velo il suo sorriso. A questo punto, “Puro e disposto a salir a le stelle” si conclude anche questo viaggio verso il Paradiso.

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Chiesa di Santa Maria della Pace e Lazzareto

La chiesa di Santa Maria della Pace si trova a Napoli e fa parte dell'omonimo complesso, formato anche da un ospedale del XVI secolo e dalla cosiddetta "sala del Lazzaretto".

Il complesso monumentale di Santa Maria della Pace comprende l'ospedale dei frati ospedalieri di San Giovanni di Dio (eretto nel 1587), l'omonima chiesa e la sala del Lazzaretto; l'insieme si erge in via dei Tribunali, prima che questa sbocchi di fronte al Castel Capuano, subito dopo la piazzetta Sedil Capuano.
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Il complesso è sorto intorno ad un antico palazzo nobiliare costruito da Giovanni Caracciolo agli inizi del XV secolo (disegno di Andrea Ciccione). L'architettura dell'antico edificio è ancora riscontrabile nel portale d'ingresso, che, in stile gotico, è caratterizzato da un grande arco polilobato. Pietro De Marino progettò la chiesa, che fu iniziata nel 1629 e conclusa nel 1659; il tempio venne consacrato a santa Maria della Pace perché fu ultimato nell'anno in cui venne sancita la pace tra Luigi XIV di Francia e Filippo IV di Spagna.

La chiesa è a croce latina ad una sola navata e presenta tre cappelle per lato. L'interno fu restaurato dopo il terremoto del 1732 ad opera di Domenico Antonio Vaccaro; di Donato Massa è l'impiantito in cotto e le splendide piastrelle maiolicate, create secondo un disegno del medesimo Vaccaro. L'abside è di Nicola Tagliacozzi Canale.
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Sala del Lazzaretto


Vi si accede grazie ad un grande scalone, la cui entrata è sulla sinistra del vestibolo.

La sala è detta del Lazzaretto poiché, questo luogo, era uno dei pochi della città che accoglieva i lebbrosi, gli appestati ed altri malati infetti. La sala è lunga 76,80 m e sul fondo è possibile ammirare l'altare in marmi commessi del XVIII secolo, che anticamente separava l'ambiente principale dal gabinetto medico.

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Alta 12,50 metri e larga 10,24, presenta inoltre un ballatoio che corre lungo le pareti, posto a mezza altezza e che in origine era usato per servire cibo e bevante agli appestati al fine di evitarne il contagio. Gli affreschi di Andrea Viola e Giacinto Diano sono collocati sotto la volta e tra le finestre.


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Carta del docente

Il programma Carta del docente รจ l'iniziativa a cura del Ministero dell'Istruzione e dedicato a promuovere la cultura. Il programma permette a tutti i docenti di spendere un bonus in cultura (cinema, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza) presso le strutture che aderiscono all'iniziativa. Per maggiori informazioni e per iscriverti al programma visita cartadeldocente.istruzione.it

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